Sono stati proprio i quadri, dipinti negli anni '70, Le Montagne Incantate, a farci cercare un luogo più sicuro e permanente per l'esposizione al pubblico. Le Montagne erano spesso in giro per il mondo ospitate nei musei di Londra, Parigi, Venezia, poi tornavano a casa e soffrivano l'umidità nei nostri muri medioevali e non era piacevole vedere quelle opere incartate e lasciate sole a deteriorarsi, così fragili come sono. Abbiamo così proposto a Ferrara di istituire un museo che ospitasse l'opera pittorica, molto prolifica, ed in un secondo tempo tutti gli altri materiali relativi al cinema che sono stati esposti negli anni in alcune mostre, a cominciare dal Palazzo dei Diamanti, nella ricorrenza del centenario della nascita di Michelangelo.
Il vantaggio di essere centenari è di poter testimoniare la trasformazione di molte epoche ed oggi il vantaggio raggiunto è che è molto più semplice leggere una sceneggiatura o un appunto, o guardare una fotografia, e anche un film fatto da Antonioni, da qualsiasi parte del mondo ci troviamo. Non c'è più bisogno di chiedere alla sottoscritta o al Museo Antonioni, o agli studiosi che raccolgono materiali su di lui. Siamo online. Basterà avere la possibilità di accesso, concesso naturalmente allo scopo di studiare Antonioni.
Ci perdonerà Michelangelo di averci messo tutti questi anni per dare questa possibilità di accesso alla visione della sua opera, lui che intuiva, con cinquant'anni di anticipo, come andava il mondo, ma non è stato semplice fare chiarezza nelle intenzioni di custodire, mantenere, distribuire e proteggere la sua opera. Bisognava raggiungere un luogo senza pareti, vasto e senza confini, grande quanto è grande la sua opera, per darci la possibilità, ad ognuno di noi, di raccogliere il suo sguardo, guidati da lui stesso, con i suoi appunti, le sue note lungimiranti, lo studio dei luoghi, dei personaggi e le storie che voleva raccontare.
Mi immagino che navigare online sul sito del Museo Antonioni, sarà come entrare a casa sua, nella sua nuova casa, finalmente senza pareti, vasta quanto il deserto che amava tanto, per incontrare quel vuoto profondo che riempiva delle sue intuizioni. Potremo connetterci a quelle intuizioni sottili che cercava tanto e trovava nell'urgenza di fare cinema e di essere un artista a tutto campo. Raffinato scrittore, pittore, fotografo, cineasta e soprattutto uomo con le qualità elevate dell'artista.
Era così avanti Michelangelo che non si riusciva a stargli dietro, come un ghepardo che corre più veloce di tutti, macinava il tempo in uno sguardo che andava lontano. Era un uomo che non aveva la pretesa di insegnare niente, ma stargli accanto, o anche solo seduti davanti ad un suo film, è una immensa lezione di vita, una lezione che cambia nel tempo perché si riflette negli anni nel nostro sentire che cambia anch'esso. La sua opera ci viene riconsegnata oggi, oggi che siamo così diversi ma alla fine sempre gli stessi. Proprio come si legge in un suo appunto: «Si finisce con gli anni per avere la sensazione di avere in testa il mondo intero, ma viene sempre il momento in cui ci si accorge che in realtà non abbiamo fatto altro che guardarlo, il mondo, con gli stessi nostri occhi di sempre».