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Sinossi: La notte (1961)
Secondo capitolo della tetralogia, La notte prosegue l’indagine esistenzialista sul disagio della borghesia italiana dei primi anni Sessanta già inaugurata dall’Avventura. Il film mostra un’evidente continuità con le travagliate geometrie sentimentali della pellicola precedente. Inoltre, anche in questo caso la modernità del racconto è complementare a uno stile di raffinata sobrietà. Diversamente però dall’Avventura, La notte si caratterizza per una peculiare condensazione spazio-temporale. Interamente ambientato in una spopolata Milano estiva, l’intreccio si sviluppa lungo il breve lasso temporale compreso fra il mezzogiorno del sabato e l’alba della domenica. In questo arco di ore assistiamo alla crisi coniugale fra lo scrittore Giovanni Pontano (Marcello Mastroianni) e sua moglie Lidia (Jeanne Moreau).
Principali tappe della rottura saranno una visita dei coniugi all’amico morente Tommaso (Bernhard Wicki), la presentazione dell’ultimo romanzo di Giovanni ‒ presentazione a cui l’insofferente Lidia preferirà una solitaria passaggiata in periferia ‒ e infine un ricevimento nella villa di Gherardini, industriale che vorrebbe reclutare l’intellettuale Pontano al servizio della propria azienda. Durante la festa, marito e moglie subiranno entrambi la tentazione di allacciare nuovi amori: lei, fra le braccia di un aitante invitato, lui folgorato da Valentina (Monica Vitti), l’intelligente figlia del padrone di casa. Il mattino dopo, nella solitudine del parco della villa, Lidia costringerà Giovanni a un drammatico confronto.
Davvero tanti ed eterogenei i documenti dell’archivio relativi al capolavoro del ‘61. Nei “Materiali per la produzione cinematografica e teatrale” si può consultare una copia della sceneggiatura segnata da numerose revisioni e integrazioni manoscritte. Più frammentari ma non meno utili per un’accurata ricostruzione della genesi del soggetto sono gli appunti conservati in “Scritti e note”. Tra questi ne spicca per esempio uno in cui il regista analizza la figura di Valentina replicando alle osservazioni di un collaboratore (probabilmente Tonino Guerra). Infine, all’interno della rassegna stampa troviamo tre album e sei fascicoli contenenti articoli usciti sia sulla stampa italiana che estera: tali raccolte permettono di valutare alla luce di una prospettiva estremamente ampia l’accoglienza riservata al film al momento dell’uscita.