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Sinossi: Cronaca di un amore (1950)
Cronaca di un amore è il primo lungometraggio diretto da Antonioni. Questo debutto si distingue innanzitutto per l’affrancamento dall’eredità neorealista. L’intreccio noir richiama per contrasto Ossessione (1943) di Luchino Visconti, opera antesignana del neorealismo. Al pari del capolavoro viscontiano, anche il film di Antonioni segue le traversie di una coppia di amanti decisa a sbarazzarsi del marito di lei; ma mentre Ossessione sfrutta la vicenda adulterina per aprire uno squarcio sulla miseria della bassa padana, Cronaca di un amore trasferisce il plot nell’algido contesto della borghesia milanese. Come nota Aldo Tassone, lo stesso termine “cronaca” non allude all’attenzione neorealista per gli eventi e i loro risvolti sociali: ad Antonioni preme semmai «scoprire quanto sta dietro ai fatti, ciò che questi lasciano nella coscienza». In tal senso, si comprende perché l’amore di Paola Molon (Lucia Bosè) e Guido Garroni (Massimo Girotti) appaia segnato da due violenti decessi di cui sono colpevoli soltano moralmente.
Avvenuta ai tempi della loro gioventù ferrarese, la prima morte è quella di Giovanna, fidanzata di Guido e amica di Paola. Già segretamente legati, i due protagonisti hanno lasciato che la ragazza precipitasse nella tromba di un ascensore. Subito interrotta per evitare sospetti, la relazione riprende anni dopo a Milano, dove intanto Paola è diventata moglie del miliardario Fontana. Di nuovo intenzionati a rimuovere l’ostacolo della loro felicità, la coppia studia un piano per eliminare il consorte della donna. Piano che, tuttavia, si rivela vano: nell’epilogo Fontana muore in un incidente, mentre guida sconvolto dalla notizia dell’infedeltà della moglie. Paradossalmente, questa seconda morte accidentale ha l’effetto di separare una volta per tutte i due amanti.
Di quest’opera prima già così innovativa ‒ l’originalità del soggetto si accompagna a uno stile altrettanto inedito ‒, l’archivio conserva una nutrita documentazione. Nei “Materiali per la produzione cinematografica e teatrale” è possibile ad esempio ripercorrere l’ideazione del film grazie ai vari trattamenti conservati, solitamente accompagnati da annotazioni manoscritte, oppure attraverso alcuni stralci di scaletta. Non meno affascinanti sono, infine, i fascicoli che raccolgono numerose foto di scena e altre istantanee che immortalano Antonioni e la crew al lavoro sul set.