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Tecnicamente dolce

Tra i film non realizzati spicca Tecnicamente dolce, il cui script fu pubblicato da Einaudi nel 1976. Come ricorda lo stesso Antonioni nella pagine introduttive, il progetto venne abbozzato intorno alla metà degli anni Sessanta e si sviluppò parallelamente a quello di Blow Up. Anche se entrambi i soggetti furono sottoposti al produttore Carlo Ponti, soltanto il secondo riuscì a diventare una pellicola di successo.

Al contrario, Tecnicamente dolce non vide mai la luce: Ponti bloccò la produzione proprio quando il regista si sentiva sicuro delle soluzioni da adottare durante le riprese.

Impossibile non dolersi per la mancata realizzazione di un’opera che ‒ stando a quanto la sceneggiatura ci consegna ‒ non solo racchiude molti temi già frequentati dall’autore ferrarese fino ad allora, ma anticipa pure situazioni e figure del suo cinema successivo. In particolare, Professione: reporter (1975) sembra nascere dalle ceneri di Tecnicamente dolce. Significativamente anche in questo progetto abortito il protagonista è un ex giornalista così deluso dalla propria vita da abbandonare tutto e lanciarsi in una spedizione mortale nella foresta amazzonica. Il fatto che il personaggio fosse destinato a Jack Nicholson prova ulteriormente le analogie con il Locke di Reporter, ruolo che l’attore americano interpreterà di lì a poco.

Dato che la produzione di Tecnicamente dolce fu interrotta a uno stadio di lavoro abbastanza avanzato, nei materiali raccolti in “Progetti non realizzati” troviamo ricerche, fotografie e riprese realizzate durante i sopralluoghi. Si veda ad esempio un raccoglitore di diapositive di varie località sudamericane. Che simili ambientazioni non siano passate attraverso l’ineguagliabile filtro della regia antonioniana aumenta soltanto il rammarico per questo film perduto.

Altri documenti di interesse sono rintracciabili in “Appunti e note”. Tra questi segnaliamo una lettera di Italo Calvino al regista. Presumibilmente coinvolto nella stesura del script, Calvino offre ad Antonioni dei precisi suggeriti per il prologo ‒ accenna per esempio a un racconto su un arciere giapponese con cui iniziare il film ‒ e infine si sofferma sul legame che unisce il personaggio maschile, quello femminile e un loro comune amico (8C/2, c. 16i).

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