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San Francesco

La figura di San Francesco d’Assisi ha esercitato profonda influenza sulla cinematografia italiana. Come nota lo studioso Tomaso Subini, la straordinaria popolarità del santo è consonante con la straordinaria popolarità del medium.

La stessa biografia francescana, ricca com’è di peripezie, offre al grande schermo un racconto dall’evidente forza intrattenitiva. Al contempo, la personalità eversiva del frate stimola un continuo gioco di interpretazioni, proiezioni e riscritture a cui il cinema d’autore si dimostra sensibile. Roberto Rossellini, Pier Paolo Pasolini, Liliana Cavani e Franco Zeffirelli sono alcuni dei nomi che, attraverso approcci sempre differenti, si sono confrontati col mito del religioso umbro.

Neppure Michelangelo Antonioni è sfuggito a tale mito. Purtroppo, diversamente dai casi succitati, il regista di Ferrara non è riuscito a concretizzare la sua personale rivisitazione della vita di Francesco e oggi di questo film incompiuto restano solo i materiali preparatori. Prima di accennare a tali documenti, ripercorriamo in velocità la vicenda dello sfortunato progetto. Nel 1982, l’autore viene contattato dal fondatore dell’Antoniano di Bologna, Padre Ernesto Caroli, affinché diriga un biopic sul Poverello d’Assisi capace di imporsi all’attenzione internazionale. Dopo qualche perplessità dettata dal suo dichiarato scetticismo, Antonioni accoglie l’idea con fervore, coinvolgendo nel lavoro di scrittura l’immancabile sodale Tonino Guerra e il poeta Roberto Roversi. Pensata come imponente coproduzione, la pellicola avrebbe forse avuto Roberto Benigni nei panni del protagonista ed Elizabeth Taylor in quelli della madre. Stando al ricordo di Caroli, malgrado le ottime premesse, il progetto si sarebbe in seguito arenato a causa della malattia del regista.

A fronte del dispiacere per questo triste esito, la documentazione in archivio lascia almeno supporre entro quale prospettiva Antonioni intendesse affrontare la parabola francescana. Nella sottoserie “Progetti non realizzati” sono fruibili, accanto ad alcuni stralci di sceneggiatura, diverse versioni del soggetto. Nella nota introduttiva ad una di esse viene indicato che lo scopo del film sarà «disancorare la figura di Francesco dalla leggenda per calarla nella realtà. Sfuggire al mito di Francesco “giullare di Dio” e cercare in lui l’uomo» (8B/18, fasc. 79). Intenzione del regista è dunque stabilire una dialettica fra la rivoluzionaria spiritualità del santo e il particolare orizzonte storico in cui si è trovato a vivere e operare.

 

 

 

 

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