Un dibattito che darà origine a una fronda, prima estetica e poi anche ideologica, destinata a evolvere nel dopoguerra in una delle componenti del fenomeno neorealista. Tornato in patria nel 1939 dopo un lungo soggiorno in Francia, Visconti diviene un elemento catalizzatore all’interno della rivista «Cinema», attorno alla quale gravitano sia futuri registi come Giuseppe De Santis, Antonio Pietrangeli, Gianni Puccini e lo stesso Michelangelo Antonioni, sia figure destinate a diventare esponenti di primo piano del PCI, come Mario Alicata e Pietro Ingrao. Oltralpe, Visconti ha maturato una discreta esperienza come assistente di Jean Renoir e nel giro di qualche anno permetterà al gruppo di effettuare il passaggio dalla teoria alla pratica, coinvolgendolo nella sceneggiatura e nelle riprese di Ossessione (1943). Antonioni tuttavia non partecipa alla realizzazione del film: nello stesso periodo gira, anch’egli nel Delta padano, Gente del Po il suo primo documentario che tuttavia uscirà solo nel 1947. Ciò nonostante, nel dopoguerra manterrà un rapporto di amicizia e collaborazione col regista milanese: insieme a Guido Piovene e Antonio Pietrangeli i due firmeranno anche la sceneggiatura del Processo di Maria Tarnowska, che Visconti tenterà infruttuosamente di dirigere nel 1946. La corrispondenza tra i due cineasti, conservata nell’archivio e in gran parte risalente al periodo della lavorazione de La terra trema (1948, 9B/2, fasc. 129), permette inoltre di indagare aspetti poco noti del loro rapporto, in particolare in merito all’interesse manifestato da Visconti per le traduzioni letterarie dal francese effettuate dal regista ferrarese e per l’attività di critico cinematografico che questi conduce alla fine degli anni Quaranta.
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